Dopo un’attesa pluridecennale, l’Unione Europea ha formalmente approvato l’ingresso delle Olive Taggiasche Liguri nel registro delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP). Il riconoscimento è stato ufficializzato con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, senza che vengano state sollevate opposizioni durante il periodo di stand still previsto.
Un traguardo atteso da 25 anni
Secondo quanto comunicato dai rappresentanti della Regione Liguria, la definizione del disciplinare e la procedura di richiesta hanno richiesto un lavoro costante che ha coinvolto produttori, consorzi e istituzioni locali. “L’ottenimento dell’IGP per l’oliva taggiasca è un risultato storico per la Liguria e per i nostri produttori, atteso da più di venticinque anni”, ha dichiarato il vicepresidente e assessore all’agricoltura, Alessandro Piana.
A breve seguirà l’adozione del regolamento UE che disciplinerà produzione, trasformazione e commercializzazione delle olive taggiasche con marchio comunitario.
Caratteristiche, territorio e implicazioni economiche
L’oliva taggiasca prende il nome da Taggia (Imperia), località in cui, secondo la tradizione, i monaci benedettini impiantarono i primi esemplari già nel X secolo. La cultivar è apprezzata per la sua elevata fertilità e resa, pur mostrando una certa sensibilità al gelo e alle temperature estreme.
Il disciplinare IGP prevede che l’intera filiera — dalla raccolta alla trasformazione fino al confezionamento — avvenga in Liguria. Le modalità di commercializzazione includono diverse tipologie: olive in salamoia, denocciolate asciutte, denocciolate in salamoia, denocciolate in olio extravergine, oltre a preparazioni come paté di olive.
Con questa aggiunta, l’Italia consolida il suo primato europeo nel settore delle denominazioni protette: si arriva a 895 prodotti tutelati (tra alimenti, vini, specialità tradizionali e bevande spiritose) e 330 solo nel comparto alimentare.
In Liguria, il valore della filiera “DOP-IGP” è stimato intorno ai 48 milioni di euro, mentre nel Trentino – regione che contestualmente ha ottenuto il riconoscimento IGP per la Carne Salada – il comparto vale oltre il miliardo.
Opportunità e sfide per il futuro
Il marchio IGP conferisce un importante valore aggiunto: tutela dell’origine, trasparenza per il consumatore, e differenziazione competitiva sul mercato nazionale e internazionale. Tuttavia, il successo effettivo dipenderà dalla capacità delle imprese e delle istituzioni di valorizzare la filiera, investire nella promozione, garantire tracciabilità e sostenibilità ambientale.
Un altro aspetto cruciale sarà il mantenimento del legame con il paesaggio: la coltivazione della taggiasca contribuisce da sempre alla conservazione dei tipici muretti a secco che caratterizzano molti terreni liguri, patrimonio paesaggistico strettamente legato all’identità rurale della regione.

