La vendemmia 2025 nella regione della Champagne è stata salutata con entusiasmo dagli operatori locali: condizioni climatiche favorevoli, maturazione ottimale e uve sane lasciano intravedere possibili vini di alto livello. Tuttavia, al di là delle buone aspettative qualitative, il mercato internazionale rappresenta un ostacolo non da poco, con esportazioni sotto pressione e politiche tariffarie che aggravano uno scenario già compromesso.
Maxime Toubart, presidente dell’Unione Generale dei Viticoltori di Champagne (SGV), ha definito l’annata «splendida», sottolineando che la vendemmia — iniziata precocemente il 20 agosto e conclusasi intorno al 10 settembre — ha prodotto grappoli con «una maturità aromatica notevole». Le rese previste oscillano tra 9.000 e 10.000 kg per ettaro, in linea con l’obiettivo fissato lo scorso luglio, con l’intenzione di mantenere un equilibrio tra quantità e mercato.
Il mercato estero sotto stress
Nonostante le premesse favorevoli, il commercio dello Champagne continua a risentire di rallentamenti. Nei primi otto mesi del 2025, i volumi venduti sono diminuiti dell’1,8 %, attestandosi a 145 milioni di bottiglie. Le esportazioni — che rappresentano circa il 56 % dei volumi e il 64 % del valore del settore — mostrano segnali contrastanti: lievemente in aumento (+0,2 %), ma in un contesto di forte difficoltà. Il mercato domestico in Francia, che assorbe circa il 44 % della produzione, è penalizzato da una crisi persistente del potere d’acquisto interno.
Un fattore di forte tensione è costituito dai dazi imposti dagli Stati Uniti sui vini europei: a partire dal 7 agosto, un’aliquota del 15 % si è aggiunta alle tariffe già in vigore, complicando l’accesso al mercato americano. In agosto, le spedizioni di Champagne verso gli USA segnalano un crollo: –41,5 % in volume e –56,8 % in valore, rispetto allo stesso mese del 2024. Tuttavia, nel computo annuo, le esportazioni verso gli Stati Uniti risultano ancora in positivo (+10,3 % nei primi otto mesi), effetto di approvvigionamenti anticipati prima dell’entrata in vigore dei dazi.
Strategie e scenari futuri
Per far fronte a queste difficoltà, l’industria francese del vino ha già messo in campo misure di sostegno. L’Unione Europea ha autorizzato un piano francese da 5 miliardi di euro, volto a favorire le esportazioni e mitigare l’impatto dei dazi USA. Al contempo, le implicazioni politiche restano rilevanti: Donald Trump ha minacciato tariffe del 200 % su vini e alcolici europei, nel caso le misure restrittive non venissero ritirate.
Gli attori del settore segnalano l’urgenza di diversificare i mercati di sbocco: Sud America, Asia e Sud-est asiatico sono tra le aree considerate con grande attenzione. Inoltre, la concorrenza interna cresce: i vini spumanti inglesi stanno conquistando spazi in Gran Bretagna con prezzi più contenuti, insieme a metodologie di marketing aggressive.
In questo contesto, la Champagne deve giocare su due fronti: valorizzare la qualità dell’annata 2025, mantenendo codici di prestigio e autenticità, e allo stesso tempo rispondere con flessibilità alle inquietudini del commercio globale.

