La maison Ruinart ha annunciato la nomina ufficiale di Caroline Fiot come nuova chef de cave, incarico che assumerà a partire dal 1° gennaio 2026. Con questa scelta, la celebre casa di Champagne riconferma la sua vocazione alla continuità e alla rinnovata visione, in memoria dell’opera del suo predecessore, Frédéric Panaïotis, che ha guidato le cantine per quasi due decenni.
Un’eredità da valorizzare
Per Ruinart, questa nomina rappresenta un passaggio significativo. Fiot era già nota all’interno della maison: nel 2016 era stata selezionata da Panaïotis come enologa responsabile di Ricerca & Sviluppo e membro permanente del comitato di degustazione.
La nuova chef de cave eredita una Maison che, sotto la guida del suo predecessore, ha conquistato un’identità forte e precisa: precisione, purezza, luminosità e rigore contribuivano a definire il “profilo Ruinart”.
«È un profondo onore continuare a plasmare lo stile Ruinart, seguendo le orme di Frédéric Panaïotis», ha dichiarato Fiot nel comunicato ufficiale. «Condivido il profondo rispetto per il tempo che contraddistingue la Champagne e sono orgogliosa di entrare a far parte di una Maison guidata da uno spirito visionario fin dal 1729».
Percorso e competenze
Caroline Fiot è ingegnere agronoma e enologa diplomata all’Institut Agro di Montpellier.
Il suo percorso professionale ha attraversato esperienze internazionali in vigneti in Francia, negli Stati Uniti, in Vietnam e altrove, arricchendo la sua visione tecnica e culturale.
Dal 2016 è parte integrante del comitato di degustazione di Ruinart, oltre ad aver diretto, nel corso degli ultimi anni, gli impianti di vinificazione delle maison del gruppo Moët & Chandon.
Questa duplice esperienza — sia all’interno che all’esterno del mondo Ruinart — le conferirà una prospettiva strategica e tecnica per guidare le sfide del futuro.
Tra tradizione e innovazione
In questo nuovo ruolo, Fiot dovrà far convivere due fronti: da un lato la salvaguardia dell’armonia, dell’eleganza e della purezza che definiscono le cuvée Ruinart; dall’altro, il rafforzamento dell’impegno verso innovazione e sostenibilità, cardini centrali nelle politiche enologiche contemporanee.
Negli ultimi anni, Ruinart ha già tracciato una strada ambiziosa: tra i progetti innovativi più noti figura la “Second Skin”, un imballaggio sostenibile che ha rinnovato il modo di presentare la bottiglia, e la cuvée experimental Blanc Singulier, nata per interpretare le espressioni dello Chardonnay in annate segnate da condizioni climatiche inconsuete.
Fiot eredita dunque una Maison che non teme il cambiamento, ma lo affronta con metodo e visione.
Un testimone scomparso: l’onda lunga di Panaïotis
La figura di Frédéric Panaïotis, tragicamente scomparso nel giugno 2025 durante un’immersione, ha lasciato un vuoto profondo nel panorama enologico.
Durante i suoi 18 anni al vertice, ha contribuito a ridefinire lo stile Ruinart, interpretando con sensibilità la relazione tra terroir, tempo e innovazione, e introducendo progetti di forte audacia concettuale.
L’avvento di Fiot non è dunque una discontinuità, bensì un passaggio legittimo e meditato, che riecheggia l’eredità di un percorso costruito con dedizione e rigore.
Sfide e aspettative
Il mandato che attende Caroline Fiot non sarà privo di insidie. Il cambiamento climatico, per esempio, è già realtà nelle regioni vinicole: maturazioni anticipate, alterazioni aromatiche e compressione del ciclo vegetativo mettono alla prova l’equilibrio finemente calibrato dello Champagne.
Fiot dovrà affrontare questi fenomeni con audacia e responsabilità, adattando gli assemblaggi, reimpostando i percorsi enologici e, al contempo, mantenendo l’identità distintiva di Ruinart.
Al tempo stesso, la sua leadership sarà chiamata a stimolare ricerca, tecnologie, sinergie tra vigneti e cantine, e ad accelerare la transizione verso pratiche più sostenibili, mantenendo al centro l’armonia stilistica.
Se saprà intrecciare la continuità del passato con la visione del futuro, Caroline Fiot potrà incarnare una nuova era per la Maison Ruinart: non solo custode di un patrimonio, ma artefice di straordinarie evoluzioni.

