Il vino italiano registra una lieve battuta d’arresto nel Regno Unito nei primi sei mesi del 2025: sia il valore che i volumi delle esportazioni sono diminuiti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo dati ufficiali dell’Istat analizzati da WineNews, le vendite verso il mercato britannico hanno totalizzato circa 370,1 milioni di euro, con un calo del 4,5% in valore; in termini di litri esportati, la diminuzione è stata del 2,1%, raggiungendo 118 milioni di litri.
Questo scenario si inserisce in un contesto internazionale complesso, nel quale il Regno Unito resta il terzo sbocco mondiale per i vini “made in Italy”, alle spalle degli Stati Uniti e della Germania.
Nonostante la contrazione, produttori e operatori sottolineano che alcuni fattori hanno un peso crescente nella valutazione del vino italiano da parte dei consumatori britannici: la qualità intrinseca, l’autenticità dell’origine territoriale (la denominazione, il legame col territorio), e la capacità di comunicare storie e peculiarità produttive.
Tra le iniziative mirate a valorizzare questi aspetti, si segnala “Simply Italian Great Wines UK”, evento tenutosi a Londra, che punta ad essere un ponte tra le eccellenze enologiche italiane e il pubblico britannico. Organizzato da IEM (International Exhibition Management), con la collaborazione di “The Drinks Business”, l’evento propone degustazioni, masterclass e occasioni di incontro commerciale ed educativo.
Altri mercati, tuttavia, evidenziano performance contrastanti. Negli Stati Uniti e in Canada le esportazioni italiane hanno continuato a crescere, mentre in realtà come la Germania l’export ha subito un lieve calo, sia in valore che in volume.
Analisi e prospettive future
- Effetto dei dazi e dell’anticipazione degli acquisti (stock effect): in alcuni mercati, come gli USA, l’aumento temporaneo delle importazioni — dovuto all’entrata in vigore di dazi più elevati — ha creato distorsioni che stanno ora attenuandosi.
- Sensibilità al prezzo vs valore percepito: il calo nei volumi nel Regno Unito suggerisce che i consumatori sono più selettivi e che il prezzo ha un ruolo crescente, ma quelli disposti a pagare per una produzione autentica e di qualità continuano a essere un segmento importante.
- Diversificazione dei mercati: data la stagnazione o il regresso in alcuni mercati tradizionali, è strategico per i produttori italiani guardare a destinazioni “emergenti” o meno sfruttate.

