In una cornice di eccellenza, durante l’esclusivo evento “VinoVip al Forte”, è stato conferito a Luigi Moio il Premio Pino Khail 2025. Il riconoscimento, intitolato al fondatore della storica rivista “Civiltà del Bere”, celebra ogni anno una personalità che si è distinta per l’eccezionale contributo alla valorizzazione del vino italiano di pregio nel mondo. E pochi incarnano questa missione con la completezza e la passione del professor Moio.
Figura poliedrica e di caratura internazionale, Luigi Moio è un nome che risuona con autorevolezza in ogni ambito della filiera vitivinicola. Professore ordinario di Enologia all’Università di Napoli Federico II, ha formato generazioni di enologi, trasmettendo non solo saperi tecnici ma una vera e propria filosofia del vino. La sua attività accademica è pilastro fondamentale del suo operato, unendo rigore scientifico a una profonda sensibilità per gli aspetti sensoriali che rendono un vino unico.
Questa duplice anima, di scienziato e di umanista del vino, trova la sua massima espressione nel saggio “Il Respiro del Vino”. Un’opera di grande successo editoriale che ha avuto il merito di svelare a un pubblico vasto e non solo di specialisti i complessi meccanismi del profumo del vino, traducendo la chimica degli aromi in un linguaggio poetico ed emozionante. Moio ha, di fatto, dato le parole per comprendere e apprezzare più profondamente ciò che si cela in un calice, elevando la cultura del bere consapevole.
Ma l’impegno di Moio non si ferma alla teoria. Nel 2001, nella sua amata Irpinia, in Campania, fonda insieme alla moglie Laura l’azienda Quintodecimo. Una cantina-gioiello a Mirabella Eclano, dove la sua visione prende forma liquida. I suoi vini, figli di terroir eccezionali come Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo, sono la sintesi perfetta della sua filosofia: ricerca della purezza, esaltazione del vitigno e legame indissolubile con il territorio. Quintodecimo non è solo una cantina, ma un progetto culturale che ha contribuito a puntare i riflettori internazionali sulla ricchezza enologica del Sud Italia.
Il suo raggio d’azione si estende ben oltre i confini nazionali. Attualmente Vice Presidente dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), di cui è stato anche Presidente, Moio svolge un ruolo cruciale nelle discussioni e nelle decisioni che plasmano il futuro della viticoltura mondiale. La sua presenza ai vertici dell’OIV non è solo un motivo di orgoglio per l’Italia, ma una garanzia che la voce della qualità, della diversità e della tradizione culturale del vino europeo venga ascoltata e difesa nelle sedi più importanti.
Il Premio Pino Khail, consegnatogli da Alessandro Torcoli, direttore di “Civiltà del Bere”, non è quindi un semplice attestato alla carriera, ma il giusto tributo a un uomo che ha saputo intrecciare in modo magistrale ricerca scientifica, produzione d’eccellenza e diplomazia internazionale. Un ambasciatore del vino italiano che, attraverso il suo lavoro quotidiano, continua a elevarne il prestigio e la percezione in ogni angolo del globo. Un maestro che ha insegnato e insegna ad “ascoltare” il respiro del vino, cogliendone l’anima più autentica.