Il Gruppo Italiano Vini (GIV), uno dei principali attori del settore vitivinicolo italiano, ha ufficializzato l’acquisizione totale delle Tenute Rapitalà, prestigiosa azienda siciliana con sede in provincia di Palermo. La notizia segna una svolta significativa nel panorama enologico nazionale, confermando la volontà del gruppo di rafforzare ulteriormente la propria presenza nel Sud Italia.
GIV deteneva già la quota di maggioranza della cantina dal 1999, quando aveva acquisito il 75% delle azioni dell’azienda fondata da Hugues Bernard de la Gatinais, nobile francese che negli anni Settanta aveva dato vita a uno dei marchi simbolo della rinascita enologica siciliana. Con questa operazione, il gruppo con sede a Calmasino di Bardolino (VR) porta al 100% la propria partecipazione in Rapitalà, completando un percorso di integrazione industriale e strategica durato oltre due decenni.
Le Tenute Rapitalà si estendono su circa 175 ettari di vigneti tra Camporeale e Alcamo, in un territorio ricco di storia e vocato alla produzione di vini di qualità, come il Nero d’Avola, il Grillo e il Syrah. Negli anni, l’azienda ha saputo coniugare tradizione e innovazione, imponendosi sia sul mercato italiano che su quello internazionale.
L’operazione conferma l’interesse crescente verso i vini del Sud Italia da parte dei grandi gruppi del settore, attratti dalla qualità delle produzioni e dalle potenzialità commerciali ancora inespresse. “Con questa acquisizione – ha dichiarato Roberta Bricolo, presidente di GIV – vogliamo valorizzare ulteriormente la storia e il potenziale di Rapitalà, investendo su un territorio che rappresenta una delle espressioni più autentiche del vino italiano”.
Il Gruppo Italiano Vini, che riunisce oltre 15 marchi storici da tutte le principali regioni vitivinicole del Paese, consolida così la propria leadership, puntando su un modello di crescita che unisce identità territoriale e capacità distributiva a livello globale.
Con la piena acquisizione di Rapitalà, il gruppo si prepara a rafforzare le attività produttive e promozionali sull’isola, confermando la Sicilia come uno degli asset strategici per il futuro del vino italiano nel mondo.