Nel mondo del vino, a volte una bottiglia racconta molto più di un terroir: può racchiudere una storia familiare, un’emozione, una visione. È il caso di “Nozze d’Oro”, il vino bianco firmato Tasca d’Almerita, nato quarant’anni fa come omaggio d’amore e diventato nel tempo un’icona dell’enologia siciliana.
La prima annata fu pensata nel 1984 da Giuseppe Tasca per celebrare il suo cinquantesimo anniversario di matrimonio con la moglie Franca. Presentato ufficialmente l’anno seguente, questo bianco è stato uno dei primi esempi in Sicilia di vino da invecchiamento vinificato esclusivamente in acciaio, in un’epoca in cui l’idea stessa sembrava quasi un’eresia enologica.
“Nozze d’Oro” è frutto di un blend originale e bilanciato tra Inzolia e Sauvignon Tasca, quest’ultimo una selezione clonale sviluppata all’interno della tenuta Regaleali a partire da piante storiche risalenti agli anni Venti. Le uve provengono da due vigne emblematiche: Barbabietole (Inzolia), a oltre 500 metri su suoli argillosi, e Santa Tea (Sauvignon), a 650 metri su terreni sabbiosi e calcarei, entrambi coltivati con sistemi rispettosi dell’equilibrio vegeto-produttivo delle piante.
Accanto alla cura per i vitigni, un altro elemento chiave è la fermentazione: dal 2007 l’azienda ha avviato un progetto di selezione di lieviti autoctoni, individuando tre ceppi unici in grado di esprimere al meglio l’identità del territorio. Questi lieviti, oggi parte integrante della vinificazione, sono conservati come un vero e proprio patrimonio genetico.
La vendemmia 2023 conferma la solidità del progetto: un’annata equilibrata, con vendemmia scalare (Sauvignon a fine agosto, Inzolia a metà settembre), fermentazioni separate in acciaio e affinamento sulle fecce fini per cinque mesi. L’assemblaggio avviene solo in primavera, con un ulteriore affinamento in bottiglia di almeno un anno. Nessuna fermentazione malolattica, per preservare freschezza e tensione gustativa.
“Questo vino nasce da un’intuizione affettiva ma guarda sempre avanti. Racconta chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare”, spiega Alberto Tasca, oggi al timone dell’azienda. Il 2025 segna anche un altro traguardo: le cinquanta vendemmie del Rosso del Conte. “Due vini diversi, ma figli della stessa visione: quella di mio nonno, capace di unire radici familiari e innovazione con uno sguardo lungo sul futuro della Sicilia del vino”.
Fondata nel 1830, Tasca d’Almerita è oggi una delle realtà più rappresentative del panorama vinicolo siciliano e italiano. La sede storica si trova nella Tenuta Regaleali, un’estensione di oltre 550 ettari nel cuore della Sicilia, tra le colline di Sclafani Bagni. Oltre a Regaleali, l’azienda gestisce altre quattro tenute: Capofaro (Salina), Tascante (Etna), Whitaker (Mozia) e Sallier de La Tour (Monreale), ognuna con un’identità unica e una produzione legata al microclima e al terroir specifici.
Ogni fase della produzione, dall’allevamento della vite all’imbottigliamento, è gestita internamente. La cantina di Regaleali è dotata di moderni impianti per vinificazioni separate, affinamenti su fecce e controllo preciso delle temperature, garantendo la massima espressione del frutto. L’imbottigliamento avviene nella stessa tenuta, permettendo un controllo diretto e continuo della qualità.
Tasca d’Almerita è stata tra le prime aziende in Sicilia a impegnarsi in modo sistemico per la sostenibilità ambientale. È membro del programma VIVA del Ministero dell’Ambiente e ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di “Cantina Europea dell’Anno” da Wine Enthusiast nel 2019.
Con oltre 30 etichette in produzione e una filosofia che fonde tradizione, ricerca e tutela del paesaggio, Tasca d’Almerita continua a essere un punto di riferimento nel racconto della nuova Sicilia del vino: consapevole, elegante, profonda.