L’Italia sta consolidando un fenomeno turistico innovativo: un modello basato sulle DOP e sulle IGP – denominazioni di origine protetta e indicazioni geografiche protette – che valorizzano le eccellenze agroalimentari come motore per esperienze autentiche. Il 25 giugno 2025, a Roma, Fondazione Qualivita ha presentato il primo Rapporto Turismo DOP, evidenziando come consorzi, enti locali e produttori stiano costruendo un’offerta integrata che connette eventi, itinerari e percorsi educativi nei territori rurali.
Nel 2024, l’economia delle DOP/IGP ha superato per la prima volta i 20 miliardi di euro, con una crescita annua del +6,4%, rappresentando circa il 20 % dell’intero comparto agroalimentare nazionale. Il dettaglio per filiera:
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Cibo: quasi 9 mld € (+9%);
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Vino: oltre 11 mld € (+5%);
L’export ha toccato gli 11,6 mld € (+8%) grazie alla forte presenza in Europa e negli Stati Uniti, che da soli valgono oltre il 20 % delle esportazioni totali.
Impatto sul territorio e sull’occupazione
Il settore DOP/IGP occupa quasi 900.000 addetti tra agricoltura e trasformazione, evidenziando un solido impatto socio‑economico. Crescono anche agriturismi e fattorie didattiche: oggi oltre il 32 % delle aziende agrituristiche produce almeno un prodotto DOP o IGP, con punte superiori al 50 % in regioni come Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta . Le fattorie didattiche, inoltre, sono raddoppiate in un decennio, arrivando a coprire l’8,2 % del totale nel 2022.
Turismo esperienziale: sapori, storie e sostenibilità
Un recente studio di AFIDOP rileva che, tra il 2016 e il 2023, gli itinerari enogastronomici sono cresciuti del 37 %, generando un business da oltre 12 mld €, pari al 15 % della spesa totale turistica. Nel solo periodo estivo, il 74 % dei turisti italiani ha visitato luoghi di produzione – caseifici, frantoi e cantine. Inoltre, il 58 % degli italiani sceglie la cucina locale come leva di viaggio e per il 66 % dei turisti stranieri il cibo è più marcante dell’arte stessa .
Il modello del Turismo DOP/IGP stimola la destagionalizzazione e promuove territori spesso ignorati, supportando allo stesso tempo formazione, inclusione e sostenibilità. Ne sono esempio le “strade dell’olio” e del vino, veri e propri percorsi tra musei, aziende agricole e paesaggi, che attraggono un turismo culturale e slow.
Focus regionali: cosa spicca nel panorama italiano
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Piemonte: guida l’offerta con vini DOC, città del vino incluse nei pacchetti turistici internazionali.
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Veneto: sul podio per le “strade del vino” .
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Emilia-Romagna: capofila per numero di DOP/IGP; eccelle con prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano.
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Toscana: leader per prodotti tradizionali, con 52 vini DOP e DOCG.
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Campania: settima regione in Italia per numero di DOP/IGP, con eccellenze come Mozzarella di Bufala e Pomodoro San Marzano.
Il futuro: regole, qualità e controllo
L’introduzione del Regolamento UE 2024/1143 attribuisce ai Consorzi di tutela un ruolo attivo nella promozione turistica dell’agroalimentare certificato. A ciò si aggiunge l’azione di organismi come l’ICQRF, che intensificano i controlli sui prodotti per contrastare le frodi e proteggere l’autenticità delle DOP/IGP.
Conclusione
Il Turismo DOP/IGP non è solo caso di successo economico: è un catalizzatore di cultura, sostenibilità e riscoperta dei territori. L’Italia riposiziona il turismo su un asset distintivo, facendo dell’eccellenza alimentare uno dei suoi principali ambasciatori nel mondo.