Il settore vitivinicolo italiano lancia un appello al Governo affinché si attivi con urgenza per scongiurare l’introduzione di nuovi dazi sui vini italiani destinati all’esportazione. La preoccupazione nasce dalle recenti tensioni commerciali tra l’Unione Europea e alcuni partner internazionali, in particolare gli Stati Uniti e la Cina, che minacciano di imporre barriere tariffarie sui prodotti enologici del nostro Paese.
Secondo i dati forniti da Federvini e Unione Italiana Vini (UIV), l’export di vino italiano ha raggiunto un valore di oltre 8 miliardi di euro nel 2024, con una forte incidenza sui mercati extraeuropei. Gli Stati Uniti rappresentano il primo sbocco commerciale fuori dall’UE, seguiti da Regno Unito e Cina. L’imposizione di dazi su questi mercati potrebbe comportare una perdita significativa per il settore, con ripercussioni su migliaia di aziende, molte delle quali a conduzione familiare.
L’introduzione di dazi potrebbe portare a un aumento dei prezzi al consumo dei vini italiani all’estero, riducendone la competitività rispetto ad altri Paesi produttori come Francia, Spagna e Australia. “L’Italia è leader mondiale nella produzione di vino e non possiamo permetterci di perdere fette di mercato così importanti”, ha dichiarato Matteo Lunelli, presidente di Federvini. “Chiediamo al Governo di avviare un dialogo costruttivo con i partner internazionali per trovare una soluzione diplomatica che eviti conseguenze disastrose per il nostro settore.”
Il rischio di dazi potrebbe inoltre aggravare una situazione già complessa per il comparto vitivinicolo, che negli ultimi anni ha dovuto affrontare l’aumento dei costi delle materie prime, la crisi climatica e le difficoltà logistiche legate alla p
La risposta del Governo
Fonti del Ministero dell’Agricoltura e del Made in Italy hanno assicurato che il tema è all’attenzione dell’esecutivo. “L’Italia si impegnerà in tutte le sedi diplomatiche per difendere gli interessi della nostra filiera vitivinicola”, ha dichiarato il ministro Francesco Lollobrigida. “Il vino italiano è un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo e lavoreremo per garantire condizioni commerciali eque per i nostri produttori.”
Parallelamente, le associazioni di categoria stanno valutando azioni congiunte con altri Paesi europei per presentare un fronte unitario contro le misure protezionistiche.
Gli esperti del settore suggeriscono che, in caso di mancato accordo, le aziende dovranno diversificare i mercati di riferimento, puntando su nuove destinazioni emergenti come Sud-Est asiatico e America Latina. Inoltre, si sta discutendo la possibilità di incentivi statali per supportare le aziende colpite da eventuali restrizioni commerciali.
La filiera vitivinicola italiana resta in attesa di sviluppi, con la speranza che la diplomazia commerciale possa prevenire un’escalation che metterebbe a rischio uno dei settori più rappresentativi del Made in Italy nel mondo.