L’export del vino italiano continua a mostrare segnali di difficoltà nel 2025, secondo un quadro consolidato dai dati Istat e dalle analisi di esperti di settore. Nei primi nove mesi dell’anno, il valore delle esportazioni raggiunge 5,7 miliardi di euro, segnando un **calo del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. Anche i volumi restano in negativo (-0,9%) nonostante un lieve recupero rispetto ai mesi precedenti, segno che il livello dei prezzi sta gradualmente scendendo per rispondere alla domanda internazionale più debole.
Dietro questo trend negativo ci sono fattori sia strutturali sia congiunturali. Il mercato statunitense, primo partner commerciale del vino italiano, ha subito un forte calo delle vendite in valore, con gli effetti dei dazi e delle tensioni commerciali che continuano a farsi sentire. Secondo le elaborazioni recenti, il valore delle esportazioni negli Usa nei primi nove mesi del 2025 è diminuito di oltre il 4% rispetto al 2024, con prezzi medi al litro in discesa.
Nonostante ciò, il ritratto non è uniformemente negativo: la Germania rappresenta una delle poche note positive, con un incremento in valore delle importazioni di vino italiano grazie a performance migliori negli ultimi mesi. Anche paesi come Francia e Paesi Bassi mostrano dati in crescita, pur in un contesto generale di flessione.
Le difficoltà del 2025 si inseriscono in un quadro più ampio di cambiamento del mercato globale: consumi in calo in molte aree tradizionali, pressioni sui prezzi e maggiore competizione internazionale, oltre agli effetti di politiche commerciali protezionistiche, contribuiscono a comprimere i margini delle imprese italiane. Secondo alcune analisi settoriali, l’industria vinicola europea, pur rimanendo un attore dominante, sta affrontando una fase di adattamento e ristrutturazione.
Per il sistema vino italiano, che rappresenta una componente chiave dell’export agroalimentare, la sfida per il 2026 sarà recuperare slancio sui mercati esteri, puntando su diversificazione delle destinazioni, valore aggiunto dei prodotti e strategie di marketing che sappiano valorizzare qualità e identità del “Made in Italy”.
In questo contesto, il confronto con la concorrenza globale e la gestione delle barriere commerciali rimangono temi centrali per le imprese di tutta la filiera.

