La cantina veneta Maculan rinnova il proprio impegno nella ricerca contro le malattie oculari, confermando una sensibilità che da sedici anni coniuga eccellenza enologica e responsabilità sociale. Un percorso virtuoso che ha trasformato un grande vino in uno strumento concreto di solidarietà, capace di sostenere la ricerca scientifica e, al contempo, raccontare una visione etica del fare impresa.
Protagonista dell’iniziativa solidale è Santalucia 2024, Cabernet Sauvignon in purezza proveniente da un unico vigneto situato in località Branza, a Breganze. Un’etichetta iconica per la cantina, che nasce da una selezione rigorosa e che ogni anno diventa ambasciatrice di un progetto benefico di alto profilo.
La nuova edizione è stata presentata nella cornice d’eccezione del ristorante Le Calandre di Rubano, tempio dell’alta cucina dei fratelli Alajmo, tre stelle Michelin, alla presenza della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto ETS. L’obiettivo per il 2024 è ambizioso: superare i 400.000 euro raccolti nei sedici anni di attività grazie al ricavato dell’edizione numero 16, interamente destinato a sostenere il Progetto L.u.c.y.
Lo studio, sviluppato in collaborazione con la Fondazione e il National Eye Institute di Bethesda, tra i più avanzati centri di ricerca al mondo, mira a contrastare la degenerazione maculare della retina, oggi principale causa di cecità nel mondo occidentale.
Il cuore della raccolta è rappresentato da 300 bottiglie numerate, ottenute dalla migliore barrique della cantina Maculan, selezionata da un rigoroso panel di degustazione svoltosi nel mese di ottobre. A rendere ogni esemplare unico contribuisce un’etichetta d’autore: una vera e propria opera d’arte dipinta a mano, in cui cromie cangianti si fondono con una foglia d’oro, simbolo di eccellenza e unicità.
Fausto Maculan descrive il Santalucia 2024 come un vino dal bouquet raffinato e dal sorso pieno, persistente e vellutato. Accanto al valore enologico, il fondatore ed enologo della cantina sottolinea con orgoglio anche l’aspetto umano e creativo del progetto, celebrando la maestria degli artigiani che hanno realizzato una veste diversa per ogni bottiglia. L’ispirazione di quest’anno è il sole, scelto come “stella maestra”: fonte di luce che consente all’uomo di vedere e alla vite di crescere, accompagnandone i frutti verso la maturazione.
Profondamente soddisfatto dell’iniziativa, Diego Ponzin, presidente della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, dichiara:
«Quest’anno Santalucia sostiene un progetto particolarmente ambizioso che abbiamo chiamato, non a caso, Progetto L.u.c.y. La degenerazione maculare della retina è una patologia che colpisce duramente la nostra società, minando l’autonomia e la qualità della vita, soprattutto in età avanzata. Il ricavato dell’edizione numero 16 sosterrà lo studio condotto dalla nostra Fondazione insieme al National Eye Institute di Bethesda. È una sfida che possiamo e dobbiamo affrontare».
Un progetto che intreccia il sapere della vigna con l’impegno dell’uomo, trasformando un grande vino in strumento di solidarietà e ricerca e offrendo, al contempo, l’esperienza di una degustazione che racconta qualità, visione e futuro.

