Nell’ultima asta dedicata a vini e distillati organizzata da Finarte, l’atteso “incanto” che ha chiuso recentemente il calendario 2025 con circa 427.000 euro di incassi, le etichette che hanno attirato maggiormente l’attenzione del collezionismo sono, per la Francia, quelle firmate da Henri Jayer, e per l’Italia, i classici di Barolo Monfortino e Sassicaia.
Borgogna & Francia: il mito di Henri Jayer
Un’affermazione potente e quasi inaspettata per l’“esplosione” della Borgogna: la magnum di Richebourg 1986 di Henri Jayer è stata venduta a 28.060 €, mentre due magnum di Cros Parantoux 1996 hanno raggiunto 21.960 € ciascuna.
Questi risultati confermano come i grandi nome storici della Borgogna restino un punto fermo per collezionisti e amatori — nonostante la concorrenza internazionale e il crescente interesse verso la produzione italiana.
Italia: Monfortino e Sassicaia, due universi simbolo
Per l’Italia, due colonne del vino d’autore si sono distinte: la bottiglia di Barolo Monfortino 1995 di Giacomo Conterno è stata aggiudicata a 1.342 €, mentre una cassa di Sassicaia 1995 della Tenuta San Guido ha raggiunto 3.660 €.
Numeri che testimoniano come, anche in tempi di mercati volatili e cambiamenti nei gusti, l’eccellenza del vino italiano continui ad avere una platea internazionale di estimatori fedeli.
Un mercato del vino da collezione in ascesa
Il 2025 sembra destinato ad essere ricordato come un anno “di svolta” per Finarte: con un totale di quasi 1,5 milioni di euro di incassi — tra vendite nell’anno e aste in arrivo — l’interesse per i grandi vini da collezione appare solido e in crescita.
L’asta conclusasi di recente non è che l’ultimo capitolo di una tendenza che già aveva preso forma: le edizioni precedenti avevano infatti visto rotazioni ampie tra grandi nomi della Borgogna e classici del vino italiano come Monfortino, Sassicaia, Brunello, Ornellaia e altri.
Cosa significa per appassionati e collezionisti
- Per gli amanti della Borgogna, il successo di Jayer rappresenta un segnale forte: le annate storiche — specie in formato magnum — restano tra i beni più ricercati.
- Per il vino italiano, il dato è chiaro: storicità, territorio e brand riconosciuti mantengono un fascino immutato.
- Per il mercato in generale: la qualità continua a essere premiata, a prescindere da trend o mode.
In conclusione, l’ultima asta di Finarte conferma che — in un panorama enologico sempre più globale — la vera ricchezza resta nella radice storica, nella qualità assoluta e nella reputazione dei grandi nomi.

