Nelle previsioni per la prossima campagna olivicola, l’Italia potrebbe ritornare al terzo posto tra i maggiori produttori globali, dopo un periodo di flessione e riposizionamenti. Tuttavia, il contesto internazionale appare caratterizzato da dinamiche in movimento, con alcuni paesi mediterranei che puntano a bilanci straordinari.
Secondo fonti legate al settore oleario italiano e al noto portale spagnolo Mercacei, la produzione nazionale attesa è di circa 300.000 tonnellate, un dato che consentirebbe al Belpaese di risalire nella classifica mondiale — superando Grecia e Turchia, penalizzate dalle avverse condizioni meteorologiche.
Spagna continua a dominare la scena, con una stima attorno a 1.372.000 tonnellate, in lieve calo rispetto alla passata campagna ma ben al di sopra della media degli ultimi anni. Le piogge primaverili hanno favorito la fioritura, ma le alte temperature estive ne hanno parzialmente contenuto l’espansione produttiva.
Tunisia è indicata come protagonista di un raccolto potenzialmente da record: le condizioni climatiche favorevoli, con precipitazioni distribuite anche nei mesi estivi, lasciano spazio a stime che sfiorano le 500.000 tonnellate.
Marocco può giocare la carta della sorpresa: si ipotizza una produzione di 240.000 tonnellate, con margini di crescita in caso di condizioni favorevoli nei mesi a venire.
Grecia è attesa in calo rispetto alle produzioni recenti, con stime poco sopra le 200.000 tonnellate, penalizzata da una siccità diffusa nelle zone meridionali e insulari.
Turchia è indicata come la grande delusa: da una produzione record nell’ultima campagna potrebbe scendere fino a 170.000 tonnellate, a causa di danni subiti durante la fase di fioritura e della carenza di piogge nei mesi estivi.
Portogallo mostra segnali positivi, grazie a inverni piovosi e una buona fioritura, ma l’allegagione non è risultata così vigorosa da consentire una crescita esuberante: si stimano fra 180.000 e 200.000 tonnellate.
Non mancano, però, voci critiche riguardo ai dati italiani. Secondo l’ISMEA, la produzione 2024 sarebbe destinata a contrarsi fino a circa 224.000 tonnellate, con un calo vicino al 32% rispetto all’annata precedente. Se tali stime si confermassero, l’Italia scenderebbe al quinto posto nel ranking mondiale.
In un’analisi più recente, il report Q1 di Certified Origins rileva una produzione italiana pari a circa 210.000 tonnellate per il 2024, un decremento del 36% rispetto all’anno precedente, e un posizionamento al quinto posto, superata da Turchia, Tunisia, Grecia e Spagna.
Altri segnali arrivano dal secondo trimestre 2025: l’Osservatorio del mercato oleario internazionale parla in ambito europeo di una crescita del +40% rispetto all’anno prima, ma nel caso dell’Italia registra una contrazione del 25%. In tali stime, la Spagna resta stabilmente al vertice con 1,4 milioni di tonnellate, mentre la Grecia punta a 250.000 e l’Italia a 247.000 tonnellate, numeri ancora in fase di consolidamento.
Il panorama internazionale dell’olio d’oliva è in rapida evoluzione. Se l’Italia riesce ad avviare un recupero credibile, dovrà confrontarsi con nazioni che hanno sfruttato condizioni climatiche particolarmente favorevoli e strategie produttive aggressive. Sarà fondamentale monitorare l’evoluzione delle stime ufficiali, i dati raccolti al frantoio e l’andamento dei mercati di esportazione.

