Per due giorni la scena gastronomica internazionale ha preso vita all’interno della metropoli lombarda, che ha ospitato i The Best Chef Awards 2025, evento che ha richiamato oltre 900 protagonisti del mondo della cucina e dell’enogastronomia da più di 60 Paesi.
In una serata carica di tensione e attesa, il premio più prestigioso è stato attribuito ancora una volta a Rasmus Munk, chef del ristorante Alchemist di Copenaghen, che con la sua visione ibrida tra scienza, arte e teatro gastronomico ottiene per il secondo anno consecutivo la corona del migliore chef al mondo.
Sul podio, a completare le prime tre posizioni, si sono posizionati Ana Roš (Hiša Franko, Slovenia), che ha valorizzato il terroir sloveno attraverso proposte audaci, e Himanshu Saini (Trèsind Studio, Dubai), interprete dell’alta cucina indiana in chiave moderna.
“Vincere per il secondo anno di seguito non è solo un onore personale, ma il riconoscimento del lavoro straordinario di tutto il team di Alchemist – ha dichiarato Munk –. La mia speranza è che la gastronomia continui a evolversi oltre l’artigianalità, diventando uno strumento capace di stimolare conversazioni, sollevare domande e ispirare cambiamenti.”
Accanto alla classifica principale, la manifestazione ha assegnato diversi riconoscimenti mirati all’impegno, alla visione e all’inventiva dei cuochi. Tra questi:
- The Best Humanity: Chefs of World Central Kitchen, fondata da José Andrés
- The Best Visionary: Massimo Bottura, Osteria Francescana (Italia)
- The Best Pastry Award: Pía Salazar, Quito, Ecuador
- The Best Terroir Award: Débora Fadul, Diacá, Guatemala
- The Best Creativity Award: Jason Liu, Ling Long, Shanghai
- The Best Food Art Award: Quique Dacosta, Dénia, Spagna
- The Best New Entry Award: Prateek Sadhu, Naar, India
- The Best Dining Experience Award: Anika Madsen, Iris, Norvegia
- The Best Science Award: Diego Guerrero, DSTAgE, Madrid
- The Best Voted by Professionals: Himanshu Saini
- The Best NextGen: Sebastian Jiménez, Ræst, Isole Far Øer
- The Best Milan Award: Andrea Aprea, Milano
- The Best Origins & Future Award: Diego Rossi, Trippa, Milano
Parallelamente, è stata confermata l’efficace formula del Knife Recognition, introducendo un sistema più inclusivo che classifica gli chef con da uno a tre “coltelli”, in base a influenza, competenza e impatto. In questa edizione:
- 126 chef hanno ottenuto 3 Knives (The Best)
- 236 chef il livello 2 Knives (World-Class)
- 421 chef hanno ricevuto 1 Knife (Excellent)
In totale, sono stati riconosciuti 783 chef da 69 nazioni, cifra record in termini di partecipazione e rappresentanza globale.
Il numero dei votanti ha quasi raddoppiato rispetto al 2024, toccando quota 972 persone tra chef (572) e professionisti del settore (400).
L’Italia nel firmamento gastronomico
Anche l’Italia ha risposto presente: ben 73 chef italiani si sono distinti nei vari livelli Knife, a testimonianza della vitalità del panorama culinario nazionale. Tra i nominati con 3 Knives figurano nomi illustri come Enrico Crippa, Massimo Bottura, Niko Romito, Michelangelo Mammoliti, Massimiliano Alajmo, tra gli altri.
In particolare, alcuni chef italiani hanno ricevuto riconoscimenti speciali o menzioni nei premi collaterali: Massimo Bottura ha conquistato il premio Visionary; Andrea Aprea ha ricevuto il riconoscimento dedicato a Milano; Diego Rossi quello Origins & Future.
Uno sguardo alla cerimonia e al contesto
La scelta di ospitare l’evento a Milano non è casuale: la città, da sempre polo creativo, design e gastronomico, è stata selezionata come sede del premio anche per il forte legame col cammino Unesco della cucina italiana. La manifestazione ha occupato lo Studio 90 degli East End Studios, spazio post-industriale riconvertito a epicentro della gala.
La cerimonia è parte di un percorso che, dal 2017, ha voluto reinventare il concetto di classifica gastronomica, privilegiando l’impatto, la visione e l’impegno piuttosto che una graduatoria rigida.
Secondo Falstaff, Munk ora entra in un ristretto club di chef che hanno vinto il titolo più di una volta: con lui figurano Dabiz Muñoz e Juan Roca.
Dal punto di vista internazionale, Munk diviene il primo chef nordico a conquistare il riconoscimento due volte.

