In un momento cruciale per il comparto vitivinicolo toscano, il Brunello di Montalcino sembra ritrovare vigore. Secondo i dati recentemente diffusi da I Grandi Vini, il celebre “re dei rossi” ha chiuso l’ultimo bimestre con un deciso balzo nell’imbottigliato: oltre 1,9 milioni di bottiglie equivalenti a ottobre, un incremento del 39% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Nei primi dieci mesi del 2025, l’imbottigliato di Brunello ha raggiunto i 7,63 milioni di pezzi, solo marginalmente sotto i 7,69 milioni del 2024 (-0,9%), secondo l’analisi di Valoritalia basata sui contrassegni statali.
È un dato che il presidente del Consorzio, Giacomo Bartolommei, definisce «incoraggiante», pur invitando alla prudenza: il legame tra imbottigliamento e vendite non è diretto, ma un rilancio nella produzione è di buon auspicio.
L’annata 2021 traina il trend
Una parte importante di questo fermento produttivo è attribuibile al Brunello 2021, protagonista dell’anteprima di Montalcino e pronto al debutto commerciale a gennaio 2026. Ne sono già state imbottigliate più di 2,1 milioni di bottiglie equivalenti negli ultimi mesi.
L’ottima accoglienza dell’annata 2021 sembra dunque aver generato fiducia tra i produttori, che stanno spingendo su questa leva per consolidare la ripresa.
Non solo Brunello: il Rosso di Montalcino accelera
Il segnale positivo non arriva solo dal Brunello. Secondo il Consorzio, anche il Rosso di Montalcino registra una crescita robusta: nei primi dieci mesi del 2025, i contrassegni consegnati sfiorano 4 milioni, con un +29% tendenziale.
Questo rilancio del Rosso è significativo perché deriva anche da una strategia produttiva a lungo termine: il Consorzio ha ampliato la superficie vitata dedicata al Rosso, aumentando così la capacità produttiva della denominazione.
Nonostante l’ottimismo temporaneo, non mancano incognite. Il presidente Bartolommei ha richiamato l’importanza di una promozione più incisiva in mercati strategici, per trasformare questo slancio quantitativo in domanda reale.
In parallelo, il Consorzio ha dovuto fare i conti con una recente decisione agronomica rilevante: la resa per ettaro è stata ridotta da 80 a 70 quintali (escluso il primo ettaro), una misura volta a preservare la qualità del Brunello anche nel medio termine.
Infine, l’evento Benvenuto Brunello 2025 — in corso a Montalcino — offre un palcoscenico cruciale per interpretare questi numeri in chiave strategica, non solo per i produttori ma per l’intero sistema territoriale.
Il Brunello di Montalcino, dopo fasi di difficoltà, mostra segnali concreti di rinascita. L’aumento dell’imbottigliato e l’importante contributo dell’annata 2021 sono motivi di speranza, ma il vero test sarà trasformare questa ripresa industriale in un rilancio commerciale sostenibile. Se riuscirà a farlo, potremmo essere alla vigilia di un nuovo capitolo per il distretto di Montalcino: un capitolo all’insegna dell’eleganza, della qualità e della visione strategica.

