Il panorama vitivinicolo britannico sta attraversando una trasformazione senza precedenti. Dai quotidiani al dibattito specialistico, il Sud dell’Inghilterra è oggi celebrato come nuova frontiera delle bollicine di alta gamma. Le Contee di Kent, Sussex e Hampshire, grazie a suoli calcarei e condizioni climatiche sempre più simili a quelle della Champagne francese, si sono affermate come aree di eccellenza nella produzione di spumanti.
Secondo recenti reportage di testate come The Guardian e The Daily Telegraph, l’entusiasmo per il vino inglese si riflette in numeri concreti: oltre 1.100 aziende viticole attive, 238 cantine e un incremento enoturistico del 55% solo negli ultimi due anni. Il dato più rilevante, però, è la superficie vitata: 4.841 ettari nel 2024, con una crescita del 15% rispetto all’anno precedente e un incremento di oltre il 500% rispetto al 2005.
Tra le aziende più rappresentative figurano Chapel Down (Kent), Ridgeview (East Sussex) e Nyetimber (West Sussex), pionieri della nuova ondata di spumanti inglesi. La loro vicinanza a Londra e l’apertura al turismo del vino – con strutture per la degustazione e l’ospitalità – contribuiscono a consolidare un comparto in rapida evoluzione.
Numeri in crescita e varietà in espansione
Il WineGB Industry Report 2025 certifica una diversificazione in corso anche a livello varietale: oggi si contano ben 99 vitigni coltivati nel Paese. Chardonnay e Pinot Nero continuano a dominare, rappresentando rispettivamente il 33% e il 30% della superficie vitata, ma si fanno spazio anche varietà più insolite per il clima nordico, come Pinot Grigio, Grenache, Marsanne e persino Nebbiolo.
Questa evoluzione risponde a due dinamiche convergenti: da un lato, il cambiamento climatico che favorisce la maturazione di uve a ciclo lungo; dall’altro, la volontà dei produttori di ampliare l’offerta con vini fermi bianchi e rossi, affiancando i più celebri spumanti metodo tradizionale.
Nel 2023, il Regno Unito ha raggiunto un record produttivo con 21,6 milioni di bottiglie, registrando un +77% rispetto all’anno precedente. Le previsioni per il 2024, tuttavia, indicano una possibile flessione del 30–40% a causa di condizioni meteorologiche sfavorevoli.
A rafforzare il trend di crescita contribuiscono gli investimenti esteri, soprattutto da parte di grandi maison francesi. Taittinger è stata la prima, nel 2015, ad acquisire 70 ettari nel Kent per fondare il Domaine Evremond. A seguire, Pommery ha ampliato la sua presenza nel Hampshire, oggi con oltre 40 ettari coltivati. Anche il gruppo tedesco Henkell Freixenet ha puntato sul Regno Unito, rilevando la storica Bolney Wine Estate nel Sussex.
Secondo analisi di settore riportate da diversi media, tra il 2014 e il 2024 sarebbero stati investiti circa 570 milioni di sterline nel settore vinicolo inglese, tra acquisizione di terreni, cantine e impianti. A conferma di una fiducia crescente nel potenziale del terroir britannico.
Il Sud dell’Inghilterra si impone oggi come laboratorio di eccellenza enologica. Una combinazione di fattori – clima, investimenti, know-how internazionale e apertura all’innovazione – sta trasformando il vino inglese da curiosità locale a protagonista riconosciuto del panorama europeo.
Mentre il cambiamento climatico ridefinisce geografie e prospettive, le bollicine britanniche non sono più solo una scommessa: sono una realtà in piena ascesa.

