Di fronte a un mercato che rallenta, la Germania resta un riferimento per l’export vinicolo italiano. I numeri del 2024 segnalano un cambiamento strutturale nei consumi: meno vino, più attenzione al prezzo e nuove aperture ai trend salutistici.
Il mercato del vino in Germania, tradizionalmente tra i più solidi e ricettivi in Europa, attraversa una fase di riassestamento. Secondo i dati diffusi dal Deutsches Weininstitut, il periodo agosto 2023–luglio 2024 ha fatto registrare un calo del 4% nei volumi e del 5% nei valori. Una flessione che riflette il comportamento di un consumatore sempre più attento, orientato alla qualità, ma sensibile al prezzo.
A pagarne le conseguenze sono soprattutto i produttori tedeschi, che segnano una perdita del 6% in valore e del 5% in volume. Nel frattempo, i vini d’importazione consolidano il proprio peso, rappresentando il 41% del mercato in volume e il 45% in valore. Tra questi, l’Italia si conferma leader assoluta, con una quota stabile del 18%, davanti a Spagna (14%) e Francia (11%).
Prezzo e consumo in calo: una questione di priorità
Per la prima volta dal 2010, il prezzo medio al litro è leggermente diminuito, con una differenza marcata tra i vini locali (4,47 €/l) e quelli esteri (3,72 €/l). Il consumo pro capite tra gli adulti scende a 22,2 litri l’anno, in ulteriore calo rispetto al già tiepido 2023.
Si tratta di una flessione che va oltre la semplice stagionalità: influiscono dinamiche economiche, scelte salutistiche e un ripensamento del ruolo del vino nelle abitudini quotidiane.
Trend emergenti: alcol moderato e sostenibilità
Se il dato aggregato appare negativo, non mancano i segnali di vitalità. A partire dalla crescita impetuosa, seppur da una base ridotta, dei vini a basso o nullo contenuto alcolico: +86% su base annua. Una nicchia ancora marginale (1,5% del mercato), ma che testimonia una nuova sensibilità, soprattutto nelle fasce più giovani.
Anche il biologico e i vini a indicazione di sostenibilità ambientale guadagnano attenzione, mentre la GDO continua a essere il canale principale, benché crescano le vendite digitali e le esperienze d’acquisto legate al turismo enogastronomico.
Nonostante la contrazione, la Germania si conferma un mercato chiave per l’Italia, che mantiene le sue posizioni grazie a un’offerta variegata, un forte radicamento nei consumatori e una distribuzione capillare. Per il prossimo biennio, sarà cruciale interpretare i segnali deboli del mercato: leggere i gusti in evoluzione, presidiare il segmento premium e investire in storytelling sostenibile.

