Con il passaggio di testimone ufficializzato nel corso dell’Assemblea generale a Roma, Giacomo Ponti è stato nominato nuovo presidente di Federvini, la Federazione italiana che riunisce gli industriali produttori, esportatori e importatori di vini, spumanti, aperitivi, acquaviti, liquori, sciroppi, aceti ed affini. Ponti succede a Micaela Pallini, in un momento delicato ma strategico per il settore, chiamato a confermare la propria centralità economica e culturale nel panorama agroalimentare italiano e internazionale.
Alla guida della storica azienda familiare Ponti Spa, fondata nel 1787 a Ghemme, il nuovo presidente rappresenta la nona generazione di un’impresa simbolo del made in Italy nel comparto degli aceti e delle conserve. Con la sua elezione, per la prima volta un rappresentante del settore aceti assume la presidenza della Federazione, a testimonianza di una rinnovata visione inclusiva e di filiera.
«Accolgo questo incarico con senso di responsabilità – ha dichiarato Ponti – in una fase storica complessa, segnata da tensioni internazionali e grandi sfide per il nostro comparto. Federvini continuerà a rappresentare con forza e competenza le nostre imprese, valorizzandone qualità, sostenibilità e ruolo economico. Il mio obiettivo è chiaro: creare valore per le imprese, per i territori e per il sistema Paese».
Contestualmente alla nomina di Ponti, l’Assemblea ha rinnovato la governance della Federazione, designando Aldo Davoli e Piero Mastroberardino come Vicepresidenti. Albiera Antinori è stata confermata alla guida del Gruppo Vini, Leonardo Vena per il Gruppo Spiriti e Sabrina Federzoni per il Gruppo Aceti.
Federvini rappresenta una filiera da 21,5 miliardi di euro e un export da primato, come certificano i dati Nomisma per l’Osservatorio della Federazione. Nel 2024, l’export complessivo del settore ha raggiunto i 10,5 miliardi di euro, con un saldo commerciale positivo di 8,9 miliardi. Una performance che ribadisce la posizione di leadership dell’Italia nel panorama enogastronomico globale, supportata da oltre 40mila imprese industriali e 81mila addetti diretti.
Segnali misti dal mercato interno
Sul fronte interno, l’analisi condotta da Nomisma e illustrata da Denis Pantini mostra un mercato ancora prudente, con consumi cauti e una generale debolezza nei volumi di vendita al dettaglio, compensata da un aumento degli acquisti nei canali discount. Tuttavia, a maggio 2025 si è registrato un rimbalzo della fiducia tra consumatori e imprese dopo tre mesi di calo, suggerendo un possibile assestamento.
Nel dettaglio, il comparto vino ha generato nel 2024 un valore di 694 milioni di euro, in lieve flessione (-1%). A trainare sono gli spumanti di qualità, con il Metodo Classico in crescita del 7,1% e lo Charmat dolce del 2%. In crescita anche i vini a indicazione geografica protetta (+1,1%). Restano invece in difficoltà i vini generici e frizzanti.
Il segmento degli spirits ha registrato vendite per 274 milioni di euro, in calo del 3,2%. Spiccano però il Gin (+14,2%) e la tenuta degli aperitivi alcolici. In sofferenza grappa, liquori dolci e amari.
Più incoraggianti i dati sugli aceti, che segnano una crescita dell’1,8% nel primo trimestre del 2025. Brillano l’aceto di mele (+6,4%) e quello di vino (+1,5%), mentre l’Aceto Balsamico di Modena IGP, pur registrando una leggera contrazione dello 0,7%, mantiene una quota rilevante nella grande distribuzione, pari al 32% del mercato.
I consumi fuori casa e la tenuta del food service
Secondo i dati TradeLab, il valore dei consumi fuori casa ha raggiunto nel 2024 quota 81,4 miliardi di euro (+1%). Il vino e le bollicine si confermano protagonisti delle occasioni serali, tra cene e aperitivi, a dimostrazione di una resilienza significativa nel settore horeca.
Con un mercato che evolve tra opportunità e incertezze, la presidenza Ponti promette un rinnovato impegno per la tutela e la valorizzazione delle eccellenze italiane. «Federvini sarà un presidio forte e competente per un’Italia che produce, innova e dialoga con il mondo, con orgoglio e responsabilità», ha concluso Ponti.