Le esportazioni di vino italiano verso gli Stati Uniti hanno subito una significativa contrazione nel mese di aprile, con un calo del 7,5% in volume e del 9,2% in valore, fermandosi a poco meno di 154 milioni di euro. Anche il prezzo medio ha registrato una flessione del 2%. È quanto emerge dall’analisi dei dati elaborati dall’Osservatorio del settore vitivinicolo, relativi al primo mese in cui sono entrati in vigore i nuovi dazi statunitensi (dal 2 all’8 aprile con un’aliquota del 20%, poi scesa al 10%).
Il brusco rallentamento registrato in aprile ha inciso sull’andamento complessivo del primo quadrimestre: le esportazioni verso gli USA restano leggermente positive in termini di volume (+0,9%), ma ben lontane dai ritmi sostenuti della seconda metà del 2024, segnati da un’accelerazione dovuta alle scorte precauzionali pre-dazi. Anche il valore delle spedizioni risulta ridimensionato: +6,7% nei primi quattro mesi dell’anno (pari a 666 milioni di euro), rispetto al +12,5% registrato solo un mese prima.
Secondo gli esperti del comparto, si tratta di una flessione attesa, che evidenzia le crescenti difficoltà del vino italiano nei mercati al di fuori dell’Unione Europea. Complessivamente, le esportazioni extra-UE hanno segnato una contrazione del 9% in volume e del 2,4% in valore.
“Da tempo sottolineiamo l’importanza di monitorare i reali consumi, oltre ai semplici dati di spedizione, che solo ora iniziano a riflettere dinamiche più stabili dopo le corse agli acquisti degli scorsi mesi”, ha dichiarato il presidente del principale organismo rappresentativo del settore, Lamberto Frescobaldi. “Serve un confronto urgente sui cambiamenti in atto nel mercato globale, che sarà al centro della prossima assemblea nazionale del 3 luglio, anche in vista della vendemmia imminente”.
L’Osservatorio sottolinea inoltre che, senza il contributo degli Stati Uniti, la contrazione della domanda extraeuropea nel quadrimestre sarebbe stata ancora più marcata: -15% in volume e -10% in valore. Particolarmente deboli le esportazioni verso l’Asia (in calo Giappone e Cina, mentre resiste la Corea del Sud) e verso la Russia, che registra un crollo del 65%. In difficoltà anche il Regno Unito, terzo mercato per il vino italiano, con una flessione del 5% a volume e oltre il 6% in valore. Più stabili le performance in Svizzera e Canada, quest’ultimo in crescita in termini di volume (+8%).