Nel 2024 l’Italia ha riconquistato il vertice mondiale nella produzione di vino, avvicinandosi ai 44 milioni di ettolitri. Secondo i dati dell’Agea, la produzione si è attestata a circa 43,96 milioni di ettolitri, distribuiti su una superficie vitata di 728.000 ettari .
Tra le sette principali nazioni produttrici, l’Italia risulta l’unica ad aver registrato una crescita, puntando sulla varietà di vitigni e sulla qualità delle denominazioni. Il Paese vanta infatti 528 riconoscimenti Dop/Igp, con oltre 20,99 milioni di ettolitri Dop e 11,77 milioni di ettolitri Igp . La biodiversità italiana è tangibile: il 75 % della superficie vitata ospita 80 vitigni autoctoni, contro i 15 di Francia e Spagna e i 40 dei vitigni del Portogallo.
L’Agea ha enfatizzato l’importanza dei fondi Ue, definendoli “leva fondamentale per un dialogo competitivo” tra istituzioni e aziende. La semplificazione burocratica, l’interoperabilità dei dati e l’adozione di tecnologie innovative sono stati identificati come priorità strategiche per sostenere ulteriormente il settore .
Il recupero produttivo segue una fase di rallentamento nel 2023, dovuto a condizioni climatiche avverse. Secondo Intesa Sanpaolo, nonostante la produzione del 2024 resti leggermente sotto la media quinquennale, l’Italia ha segnato un incremento del 15 % rispetto al 2023, avendo prodotto circa 44 milioni di ettolitri .
Questa crescita non è solo un volume statistico: rappresenta il ritorno alla centralità globale del vino italiano. Per consolidare questo successo, il settore punta su innovazione, coesione e promozione internazionale, elementi chiave per sostenere la competitività e la qualità dei vini italiani anche nei prossimi anni.