Meno bottiglie, ma più eccellenza. È questa la sintesi della vendemmia 2025 nel territorio del Chianti, dove il Consorzio omonimo annuncia un calo produttivo tra il 10 e il 15 % rispetto allo scorso anno. Una flessione, però, tutt’altro che preoccupante: le uve, infatti, mostrano caratteristiche qualitative superiori alla media, con livelli zuccherini elevati e ottimo equilibrio tra acidità e maturazione fenolica.
Il clima caldo e asciutto ha ridotto le rese, ma ha contribuito a una maturazione ideale, premiando chi ha saputo gestire bene i vigneti in una stagione segnata da siccità alternata a brevi piogge intense.
La riduzione della produzione, spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, non è solo il risultato delle condizioni climatiche, ma anche frutto di una strategia consapevole: “Abbiamo scelto di puntare sulla qualità, per consolidare il nostro posizionamento nei mercati internazionali e tutelare il valore del prodotto”. Un messaggio chiaro rivolto ai consumatori, ma anche alla distribuzione, sempre più attenta alla reputazione delle denominazioni.
In Toscana si stimano circa 2,4 milioni di ettolitri di vino prodotto, in calo rispetto ai 2,7 milioni del 2024, ma comunque superiori alla media degli ultimi cinque anni (+2,93 %). Il dato si inserisce in un contesto nazionale che, secondo Coldiretti, si manterrà stabile intorno ai 45 milioni di ettolitri, grazie alla resilienza delle aziende vitivinicole di fronte ai cambiamenti climatici.
Tra i segnali più incoraggianti di questa vendemmia c’è la crescita del vino biologico, che in Toscana rappresenta ormai tra il 13 % e il 15 % della produzione, con un incremento del 10 % rispetto al 2024. Un dato che conferma l’interesse crescente verso pratiche sostenibili e un consumo più consapevole.
A pesare sul settore resta però la questione delle giacenze in cantina, ancora elevate in alcune denominazioni. Il Chianti DOCG, in particolare, conta oltre 1,2 milioni di ettolitri non ancora immessi sul mercato. Una dinamica che impone riflessioni sulla gestione dei volumi, soprattutto alla luce dei dazi e delle oscillazioni della domanda globale.
Nonostante le sfide, il Chianti si conferma tra le realtà più vivaci del panorama vinicolo italiano.