Così si apre un racconto che è insieme documento, memoria e omaggio al territorio. Non si tratta solo di francobolli, né semplicemente di collezionismo. Il nuovo volume firmato da Gianluigi Biestro, dal titolo completo “Bolli di Langa. La corrispondenza e la storia postale di un territorio attraverso i secoli”, è un’opera che parla di identità, radici, e del filo invisibile che lega le persone ai luoghi attraverso la carta scritta, i sigilli, e il lento viaggio della posta.
Stampato nel maggio 2025 dalla Casa Editrice CIF-Unificato di Assago (MI), il libro andrà in scena ufficialmente sabato 7 giugno alle ore 15:30, in una cornice dal forte valore simbolico: la Chiesa dell’Immacolata Concezione ad Albaretto della Torre, dove la famiglia Biestro risiede dalla metà dell’Ottocento. Un luogo che non è solo teatro della presentazione, ma parte integrante della storia narrata.
La narrazione si snoda lungo un arco temporale vastissimo, che parte dal XVIII secolo, quando i francobolli ancora non esistevano, e arriva fino ai giorni nostri. Le tappe di questo viaggio sono le Langhe, suddivise per l’occasione in sei aree postali: la Bassa e l’Alta Langa, la Valle Belbo, le Valli Bormida e Uzzone, la Langa Astigiana e quella Cebana. Un mosaico di 86 comuni, ciascuno con la propria storia postale, con le proprie buste, i timbri, le particolarità.
Gianluigi Biestro, classe 1956, langhetto DOC e profondo conoscitore delle denominazioni di origine (non solo vinicole), ha iniziato questa raccolta da giovanissimo, ai tempi delle scuole medie. Oggi quella passione si è trasformata in un volume di 242 pagine riccamente illustrate, con fotografie di Flavio Monte, disegni e acquerelli di Pierre Tchachotine e Nadia Lavrova, e la curatissima impaginazione dello Studio Matericamente di Mondovì.
L’opera è divisa in tre sezioni principali: il periodo prefilatelico, quello classico e quello moderno. Una scansione temporale che permette anche ai non addetti ai lavori di comprendere l’evoluzione del sistema postale e della comunicazione in un’epoca in cui la lettera era l’unico ponte tra lontananze.
Accanto alle sezioni tematiche, trovano spazio introduzioni autorevoli, come quelle di Giancarlo Montaldo e Paolo Gazzera, un inquadramento territoriale curato da Pierre Tchachotine, e un sorprendente accenno all’arte sacra di Nadia Lavrova, che arricchisce l’opera di una dimensione spirituale e artistica.
“Bolli di Langa” non è un libro per soli filatelici. È pensato per un pubblico più ampio, grazie anche all’utilizzo di un linguaggio accessibile, che rinuncia ai tecnicismi postali in favore di una narrazione chiara e coinvolgente. Un’opera che, proprio per questo, si distingue nel panorama editoriale di settore.
In un tempo in cui tutto è immediato e digitale, l’opera di Biestro ci ricorda il valore della lentezza, della carta, della memoria tangibile. I francobolli diventano così custodi silenziosi della storia, testimoni di eventi piccoli e grandi, strumenti attraverso cui rileggere un territorio e le sue genti.