Secondo gli ultimi dati del servizio federale russo di controllo alcolico (Rosalkogoltobakkontrol), riportati da Wine Intelligence come riferito da RBC Vino, nei primi sei mesi del 2025 le vendite al dettaglio di spumante sono diminuite del 3,6 %, scendendo a 9,6 milioni di decalitri (dal), registrando la prima flessione dopo anni di crescita ininterrotta dal 2017 .
Un’inversione di tendenza significativa
Dopo un’annata record nel 2024, con aumenti superiori a 500 000 dal annui e un incremento straordinario di circa 1 milione dal, questo calo del 3,6 % segna una svolta, pur restando il secondo volume più elevato dell’ultimo decennio .
Il trend negativo coinvolge anche i vini fermi (-1,6 %), passati a 27,1 milioni dal, e i vini liquorosi, con un calo ancora più marcato del 12,2 % .
Il settore alcolico nel suo complesso (escludendo birra e fermentati leggeri) ha subito una contrazione del 12,9 %, attestandosi sui 97,3 milioni dal nei primi sei mesi dell’anno . La debolezza del mercato legale è stata accentuata da nuovi regolamenti locali, come le restrizioni nelle vendite in regioni come Vologda .
Spiriti e vodke in controtendenza
Nonostante il calo dei vini, alcune categorie hanno mostrato segnali positivi:
Spiriti alcolici (+14,9 %) a 8,6 milioni dal
Whiskey, gin, rum, tequila (+3,9 %) a 6,8 milioni dal
La vodka, invece, registra un -5 %, tornando ai livelli del 2020
Il presidente di Alcopro, Andrej Moskovskij, attribuisce questa crescita alla sostituzione dei marchi importati con alternative nazionali e all’aumento dei prezzi all’importazione .
Secondo esperti come Alexander Stavtsev, la flessione dei vini è spinta da problemi strutturali nel retail e da vincoli normativi . Inoltre, l’aumento delle accise e dei prezzi minimi legali ha favorito l’espansione del mercato illegale: fino a un quinto del consumo totale potrebbe avvenire su canali non ufficiali .
La frenata negli spumanti interrompe un ciclo di otto anni di crescita continua, mentre i consumatori riorientano la domanda verso categorie più economiche o alla produzione locale, in un contesto influenzato da pressione fiscale e restrizioni delle vendite.