L’Italia torna protagonista sulla mappa del turismo globale. Secondo i dati del nuovo rapporto “Tourism and Incoming Watch” di Nexi, realizzato con la direzione scientifica dell’Osservatorio Nazionale del Turismo (Ministero del Turismo), la spesa dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese ha toccato quota 20,9 miliardi di euro nel 2024, registrando una crescita del 37,9% rispetto al 2022. Un dato che non solo certifica la ripartenza del settore dopo la pandemia, ma ne racconta anche l’evoluzione: chi arriva in Italia oggi, spende di più, viaggia tutto l’anno e si concentra su esperienze mirate, spesso fuori dagli itinerari tradizionali.
Gli americani trainano la spesa: oltre 3 miliardi in un anno
Gli Stati Uniti si confermano il primo mercato in termini assoluti: i turisti americani hanno speso 3,8 miliardi di euro, pari al 18,3% del totale. Il classico itinerario Roma–Firenze–Venezia è quello preferito dai visitatori a stelle e strisce, con un aumento del 69,2% rispetto al 2023. Crescono anche le performance dell’asse Roma–Napoli–Amalfi (+31%), ma è il triangolo delle città d’arte del Centro-Nord a concentrare il flusso economico più consistente.
Paesi arabi: pochi ma ricchissimi
Se si guarda invece alla spesa media per transazione, i turisti provenienti da Arabia Saudita ed Emirati Arabi guidano la classifica. I primi spendono in media 913 euro a persona, i secondi 822 euro, più del doppio rispetto alla media generale (411 euro). La loro predilezione? Shopping di lusso, moda, accessori e gioielleria, spesso concentrato nelle vie dello shopping di Milano, Roma e Firenze. Numeri che confermano l’interesse crescente verso un turismo “alto spendente”, da accogliere con servizi su misura.
Mercati emergenti: occhi puntati su Brasile e Australia
Tra i Paesi in forte crescita, spiccano Brasile e Australia, rispettivamente con un +155% e +100% nella spesa complessiva rispetto al 2022. Non si tratta ancora di volumi paragonabili a quelli statunitensi o tedeschi, ma rappresentano segnali importanti per gli operatori del settore: investire su questi bacini può garantire risultati significativi nel medio periodo, soprattutto in vista di eventi globali e rotte intercontinentali sempre più attive.
Il rapporto Nexi individua 20 province italiane che concentrano quasi il 75% della spesa dei turisti stranieri. Roma, Firenze, Milano, Venezia e Napoli guidano la classifica, ma crescono anche mete meno scontate come Como, Siena e Verona. È qui che si gioca la sfida dell’ospitalità: rafforzare infrastrutture, servizi digitali e trasporti locali diventa fondamentale per sostenere l’aumento dei flussi e migliorare l’esperienza dei visitatori.
Altro dato interessante: il turismo incoming è sempre meno legato alla stagione estiva. Le carte parlano chiaro: la spesa si distribuisce in maniera più omogenea lungo l’arco dei dodici mesi. Un’occasione per destagionalizzare l’offerta, valorizzando borghi, itinerari enogastronomici, cammini e mete alternative in periodi tradizionalmente “morti” come l’inverno o la primavera inoltrata.
Il quadro tracciato dal report Nexi è positivo, ma impone una riflessione: come trasformare questa crescita in valore duraturo? La risposta potrebbe trovarsi in una formula che unisca innovazione digitale, promozione intelligente, politiche di accoglienza mirate e una lettura attenta dei dati. La profilazione dei turisti, per esempio, può guidare le decisioni degli operatori e delle istituzioni, orientando investimenti e campagne promozionali.
In un mondo sempre più competitivo, dove la spesa turistica globale continua ad aumentare, l’Italia ha le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista. Ma per vincere la partita serve visione, coordinamento e la capacità di intercettare i desideri di un turismo internazionale che cambia velocemente.