Non è un nuovo film, ma un vero e proprio progetto di transizione ecologica quello che vede protagonista Leonardo DiCaprio. L’attore e attivista ambientale ha recentemente investito nella maison di Champagne Telmont, affiancando il gruppo Rémy Cointreau in un ambizioso piano di sostenibilità ambientale.
Fondata nel 1912 a Damery, nel cuore della Champagne, Telmont ha intrapreso dal 2020 un percorso radicale verso una produzione rispettosa dell’ambiente. Il traguardo dichiarato è netto: entro il 2025, il 100% dei vigneti di proprietà sarà coltivato secondo metodi biologici, e la totalità dei conferitori sarà certificata bio entro il 2031.
“La conservazione della biodiversità e la protezione del pianeta devono iniziare dalle pratiche agricole”, ha dichiarato DiCaprio in una nota. L’attore ha sposato la visione di Telmont, impegnandosi come investitore in un modello di viticoltura sostenibile che esclude l’uso di erbicidi, pesticidi e fertilizzanti sintetici.
Ma la sostenibilità, per Telmont, non si ferma alla vigna. Tutta la filiera produttiva è coinvolta: l’azienda utilizza solo energia elettrica da fonti rinnovabili, bottiglie in vetro riciclato all’85% e ha eliminato il packaging superfluo, incluse le capsule in alluminio. Anche la logistica punta alla riduzione delle emissioni, con una razionalizzazione dei trasporti e la scelta di fornitori locali ove possibile.
Il presidente della maison, Ludovic du Plessis, ha sottolineato come l’ingresso di DiCaprio non sia un’operazione d’immagine, ma un investimento a lungo termine: “Leonardo ha creduto nella nostra visione. Condivide i nostri valori e ci aiuterà a spingere ancora oltre la nostra transizione ecologica”.
La tendenza che lega celebrità e prodotti di lusso sostenibili non è nuova: basti pensare a Jay-Z, che ha venduto parte della sua etichetta Armand de Brignac a Moët Hennessy, o alla crescente attenzione di molti produttori verso pratiche a basso impatto. Tuttavia, il caso Telmont si distingue per la coerenza e la trasparenza del progetto.
Per gli appassionati di vino, resta ora da vedere se alla promessa di sostenibilità si affiancherà anche una qualità all’altezza delle aspettative. Quel che è certo è che lo Champagne di Telmont, oggi più che mai, rappresenta una sfida concreta a favore di un futuro enologico più responsabile.