Nel corso dell’edizione 2025 del Mondial du Fromage et des Produits Laitiers, che si è svolta a Tours (Francia) dal 14, il panorama caseario italiano ha raccolto applausi e riconoscimenti di grande rilievo. Con quasi 1.900 formaggi provenienti da tutto il mondo sottoposti alla valutazione di una giuria internazionale composta da circa 3.200 esperti, l’Italia ha conquistato 56 medaglie: 11 ori, 20 argenti e 25 bronzi.
Eccellenza DOP, innovazione e tradizione: le stelle italiane
Al centro di questa affermazione spicca il Consorzio Parmigiano Reggiano, con un ruolo da protagonista: diverse delle sue Aziende – inclusi i vincitori del premio Casello d’Oro – hanno infatti riportato medaglie pesanti, fra cui tre ori, tre argenti e sei bronzi.
Alle DOP classiche si affiancano produzioni più sperimentali e/o territoriali, che mescolano artigianalità e creatività:
- Il Caseificio Turato (Veneto) è stato premiato con l’Asiago d’Allevo.
- Latteria Perenzin si è distinta con il Montasio Bio d’oro, la Robiola di Capra Bio e il formaggio innovativo Ca‑Boom prodotto con capra e peperoncino calabrese.
- Il Caseificio dei Barbi, dalla Toscana, ha raccolto medaglie d’oro per specialità come il Cacio 24 mesi e un pecorino aromatizzato allo zafferano e ginepro.
- In Sardegna, Sepi Formaggi e Caseificio Garau hanno portato a casa altri importanti riconoscimenti: il pecorino Fioretto di Sepi ha guadagnato un argento, mentre Garau è salita sul podio con quattro bronzi.
Fra le creazioni alternative da latte non vaccino e le varie sperimentazioni aromatizzate o affinamenti particolari, si segnalano: la burrata di bufala al pesto verde (Mealk), lo Sciür di capra di Lavialattea, il Quadrello di bufala, e altri blu e formaggi di capra.
Significato e prospettive
Questo risultato conferma alcuni tratti distintivi dell’identità casearia italiana:
- profonda radicazione territoriale combinata con ricerca di qualità;
- capacità di innovare senza rinunciare al legame con le tradizioni;
- efficacia nella competizione internazionale, anche grazie al forte marchio DOP e all’impegno crescente su standard di produzione, derivazione del latte, affinamento.
Il riconoscimento dei piccoli produttori e delle produzioni marginali o artigianali è particolarmente significativo: dimostra che non è solo la dimensione o la notorietà a fare la differenza, ma la cura, l’originalità e la qualità del prodotto.