Ormai quasi alla fine della stagione 2025, l’Italia continua a confermarsi una delle mete privilegiate dal turismo internazionale. Secondo i più recenti dati diffusi dalla Rome Business School, nel solo mese di marzo, i viaggiatori stranieri hanno lasciato sul territorio oltre 3,2 miliardi di euro, contribuendo a un avanzo di 600 milioni nella bilancia turistica nazionale. Un dato in crescita del 7% rispetto all’anno precedente, che evidenzia un trend consolidato di fiducia e attrattività.
Ma ciò che colpisce è la spesa media per turista, oggi attestata intorno ai 930 euro a persona: un segnale chiaro di come il visitatore contemporaneo non cerchi solo paesaggi da cartolina, ma esperienze autentiche e servizi di qualità. Alloggio e ristorazione assorbono la parte più consistente della spesa (rispettivamente il 42% e il 26%), mentre il restante 18% si divide tra acquisti, cultura e intrattenimento.
Il Nord Italia resta il polo attrattivo per eccellenza, raccogliendo il 54% delle presenze totali. Ma è il Centro, e in particolare il Lazio, a guidare la classifica in termini di spesa media per notte: circa 820 euro. Merito anche del richiamo di Roma, alimentato quest’anno da eventi di richiamo mondiale come il Giubileo, che ha già catalizzato 15 milioni di arrivi nei primi sei mesi dell’anno, per una spesa complessiva di oltre 11 miliardi di euro.
In testa per valore assoluto della spesa turistica si colloca la Toscana, con 19 miliardi di euro generati nel 2025 e una spesa pro-capite di oltre 1.060 euro. Un risultato che conferma il suo status di destinazione d’élite, capace di coniugare arte, territorio e ospitalità in una sintesi impeccabile.
Nel Mezzogiorno e nelle Isole, nonostante una lieve contrazione delle presenze (-1,5% rispetto al 2023), l’estate ha comunque fatto registrare un tasso di occupazione alberghiera dell’82%, il più alto a livello nazionale. Particolarmente vivace il caso di Napoli, che punta a chiudere il 2025 con 18 milioni di visitatori.
Accanto al turismo tradizionale, si fa sempre più strada una nuova sensibilità: il turismo slow, esperienziale, radicato nei territori. Le sagre e le feste locali, spesso ospitate nei borghi minori, hanno registrato nel 2024 una crescita del +63,8% nelle presenze. A trainarle, un pubblico giovane e intergenerazionale: il 31% ha meno di 30 anni, mentre il 45% viaggia in famiglia.
“Il turismo del futuro è quello che crea valore condiviso”, osserva Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca della Rome Business School e autore del report “Trend del turismo in Italia e leve di crescita”. “Oggi più che mai è necessario ripensare la strategia nazionale in chiave ESG, valorizzando aree rurali, promuovendo la destagionalizzazione e offrendo esperienze autentiche che mettano al centro comunità e sostenibilità”.
In un’Italia che continua a incantare per bellezza e stile di vita, il nuovo viaggiatore non cerca solo una meta: cerca un senso.