Dopo un viaggio di un mese in orbita, è rientrato sulla Terra il primo champagne mai progettato per essere gustato nello spazio: Cordon Rouge Stellar di G.H. Mumm, un nome iconico che unisce la tradizione secolare della Champagne all’innovazione più audace.
Frutto di oltre nove anni di ricerca, lo champagne stellare è stato studiato per affrontare le sfide della microgravità: dalla conservazione del perlage fino alla dinamica del versamento e della degustazione. La bottiglia, lanciata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, ha viaggiato tra le stelle per testare come l’assenza di gravità influenzi la struttura, l’evoluzione aromatica e l’esperienza sensoriale complessiva.
Realizzato in collaborazione con esperti del settore aerospaziale e sommelier, il progetto ha richiesto soluzioni tecnologiche raffinate: una bottiglia appositamente pressurizzata e un sistema di servizio che permetta l’erogazione e la degustazione in condizioni di assenza di peso.
Champagne senza frontiere
La missione del Cordon Rouge Stellar non è soltanto tecnica: è anche culturale ed emotiva. Portare un calice di champagne nello spazio significa estendere il rituale del brindisi — momento simbolico di condivisione, memoria e celebrazione — al futuro dell’umanità oltre la Terra.
Questa esperienza potrebbe segnare l’inizio di una nuova frontiera enogastronomica, immaginando un domani in cui anche nei viaggi spaziali più lunghi sarà possibile mantenere un legame sensoriale con le tradizioni terrestri.
Il rientro del Cordon Rouge Stellar segna un capitolo importante nella storia della Champagne. Mumm, con questo progetto pionieristico, conferma il proprio ruolo di innovatore visionario, capace di custodire l’eleganza del terroir di Reims anche in orbita.
Il futuro del vino, forse, non sarà più soltanto una questione di terroir, ma anche di… universo.